L’olivo è una pianta umile, discreta ma forte e resistente. È una pianta che chiede poco e dà in cambio molto, che supera le dimensioni temporali per attraversare le generazioni e donare a ciascuna di esse non solo i suoi frutti ma un messaggio di pace. È una pianta che viene spesso raccontata e altrettanto spesso usata come simbolo, metafora, allegoria di un mondo che sa attendere i cambiamenti, darsi il tempo necessario alle trasformazioni di cui la natura necessita. Sa crescere in una terra arida, piegato e scavato dal vento, arso dal sole cociente e tuttavia sempre pronto a nuove fioriture, come una vita che continua imperturbabile il suo ciclo in un tempo che diventa infinito.
L’olivo, albero generoso e splendido, si ritrova in testi antichissimi. Gli egiziani attribuiscono addirittura a Iside il merito di insegnare ai Faroni la coltivazione e l’uso dell’olivo. Keope, Kefren e Micerino, i grandi fondatori dell’impero e costruttori delle Piramidi, vedevano infatti in quest’albero una delle chiavi della vita. Di «questo albero invitto che rinasce da se stesso» ne parla Sofocle, dando ad Ercole il merito della propagazione della cultura sui bordi del Mediterraneo. E la Grecia, con la sua cultura millenaria, non può esimersi dal venerare l’olivo: la leggenda racconta della contesa per la sovranità su Atene tra Poseidone, Dio del mare, e Pallade Atena, Dea della saggezza e della pace. La vittoria, che doveva incoronare l’invenzione più utile, fu di Atena che aveva fatto crescere un olivo, mentre Poseidone era riuscito solamente a far uscire un cavallo da una roccia con un colpo di tridente. A Roma, Atena diventa Minerva e insegna l’arte di coltivare l’olivo e quella di filare la lana. La leggenda vuole che gli stessi Romolo e Remo fossero stati abbandonati prorio sotto un olivo. La Bibbia parla di questa pianta: la colomba inviata da Noè torna riportando nel becco un ramoscello di olivo, simbolo di speranza e della pace ritrovata dopo quaranta giorni e notti di navigazione sull’arca. L’olio, poi, è simbolo di autorità, potenza e saggezza quando Cristo viene definito “l’unto del Signore”, e ancora oggi nel rito cattolico i bambini vengono battezzati con l’olio. Ma anche in altri testi sacri ricorre la simbologia dell’olivo e dell’olio. Nel Corano è scritto che «la lampada è accesa con l’olio di un albero benedetto che non è né d’Oriente né d’Occidente». In Francia infine, per tornare nel pagano, per più di mille anni l’olio è servito per la consacrazione dei Re. Segno evidente della centralità della pianta in tutta l’esistenza umana.